# 12 – FORMATO GIGANTE

MarvelIT Presenta…


‘MASTER OF THE RINGS’
(terza e ultima parte)

Mr. T

  storia

Pietro Meroni

  co-soggetto / supervisione testi

rossointoccabile

  supervisione MarvelIT

Carlo Monni

  supervisore capo

Mr. T

  presidente

 

 

Con:

Charles Xavier, alias Professor X

Telepate, fondatore e mentore degli X-Men

Logan, alias Wolverine

Fattore rigenerante, scheletro e artigli di adamantino

Peter Rasputin, alias Colosso

Corpo di acciaio organico

Scott Summers, alias Ciclope

Raggi ottici concussivi

Henry McCoy, alias la Bestia

Intelletto prodigio in un corpo di leone

Jean Grey-Summers, alias Fenice

Telepatia e telecinesi

Emma Frost, alias la Regina Bianca

Telepatia e pelle di diamante

Bobby Drake, alias Uomo Ghiaccio

Controllo temperatura e produzione ghiaccio

 

 

Nathaniel Essex, alias Sinistro

La Scienza senza giudizio morale

Il Mandarino, aristocratico cinese

Re Bianco del Club Infernale, possessore dei dieci anelli del potere

 

 

Magnus, alias Magneto

Signore del Magnetismo e Presidente di Genosha

Nicola Zeitgeist

La luce della rivoluzione di Genosha

Adam Essex, alias X-Man

Lo Sciamano

Exodus

Il figlio del Sole

Manowar

L’esercito di un uomo solo

Citizen X

L’uomo mutato per vivere nelle città

DioArte

Il Creatore

Mother

L’Amazzone alata

 

 

 

LA STORIA FINORA

Il Club Infernale è di nuovo un temibile nemico degli X-Men da quando Sebastian Shaw ha forgiato una nuova Cerchia Interna, con formidabili e temibili alleati, come il Mandarino e la Bestia Nera. Insieme sono riusciti ad estrapolare il gene-x, chiave genetica dei poteri mutanti, e ad usarlo per la produzione di una nuova specie di Sentinelle, cyborg mutanti con i poteri dei dieci anelli del Mandarino.

Parallelamente, Magneto ha donato al mondo la cura per il virus Legacy e ha proclamato cittadini dello Stato di Genosha tutti i mutanti della Terra, annullando di fatto i diritti civili ai non mutanti genoshani, espellendoli dall'isola e proclamatosi protettore del popolo mutante, insieme alla sua, misteriosa, nuova Confraternita.

Nel frattempo, Ciclope e la Bestia si sono recati nel rifugio amazzonico di un disperso e debole Sinistro, in cerca di risposte definitive sul gene-x, scoprendo che il gene-x viene estratto dai bambini mutanti cinesi usati come cavie nei laboratori segreti del Mandarino; bambini venduti al Club Infernale dalla Cina in cambio di tecnologia aliena.

Contemporaneamente, Wolverine e Colosso sulle tracce del gene-x e su richiesta dello S.H.I.E.L.D., si sono intrufolati nei laboratori segreti del Mandarino in Russia ai confini con la Cina, per svelarne i loschi traffici. All'interno della base, Wolverine fa una sgradevole scoperta, che conferma quanto rivelato da Sinistro all'altro capo del mondo: in buie celle sotterranee sono tenuti prigionieri un centinaio di innocenti bambini cinesi. 

Allo stesso tempo, nei pressi di Hong Kong, Emma Frost e l’Uomo Ghiaccio entrano nel castello del Mandarino. L’affrontano, ma quest’ultimo riesce a fuggire attraverso un passaggio segreto. La fuga, però, è breve, perché all’insaputa degli X-Men viene fatto prigioniero dalla Confraternita di Magneto e teletrasportato a Genosha. Nello scontro, Donald Pierce, alleato del Mandarino, viene ucciso dalla Regina Bianca.

Gli X-Men sventano con fatica i piani del Mandarino, grazie anche all’intervento della supereriona russa Stella Nera e delle truppe speciali dell’esercito russo, guidate dal colonnello Vazhin. Occupano la base e liberano i bambini. Quando tutto sembra risolversi al meglio, Wolverine avverte la presenza di un pericolo mortale tra i bambini seviziati: alcuni di loro sono stati geneticamente modificati nelle letali Sentinelle e nascosti nel gruppo per cancellare ogni traccia degli abusi protratti. Logan fa appena in tempo a lanciare un segnale d’allarme telepatico agli X-Men, quando una ventina di cyborg gettano la maschera e aprono il fuoco sui soldati e i bambini indifesi.  

 

 

***

 

 

L’ufficio del direttore.

Dove psicoproiezioni autoreferenziali del Sé intrecciano comunicazioni telepatiche ad alta frequenza.

 

- Si mette male, gente. – l’immagine di Wolverine sfarfalla, si sdoppia e ritorna nitida per alcuni secondi, giusto il tempo per rivolgersi agli X-Men – Ventun ragazzini di 14 anni, Sentinelle di una generazione che non ho mai visto, si prendono gioco delle teste di cuoio russe, mentre massacrano centinaia di loro coetanei innocenti.

Poi ruota e si muove di scatto, da sinistra a destra, attorno al salotto virtuale sospeso nel vuoto immaginifico, scambiandosi di posto con Colosso, confondendosi e confondendo…

- La crudeltà dei bambini riprogrammata in linguaggio macchina…

e sparisce come se non ci fosse mai stata.

- Ho già assistito a questa scena e non mi piace. – commenta disgustata la Regina Bianca.

Il Professor X apre gli occhi.

- Il residuo psichico dei Sé di Wolverine e Colosso risale a meno di cinque minuti fa, miei X-Men. Impenetrabili difese psichiche m’impediscono di riagganciarli, e di esercitare un controllo diretto sulle menti delle Sentinelle. Jean?...
- Idem, Charles.
E’ come un rompicapo avvolto in un enigma, è un’intricata chiave di accesso al loro sistema nervoso centrale.

- Senza dubbio merito dei raggi mentointensificatori del Mandarino e delle nanomacchiche nel sangue di quei poveri bambini. Mutano il loro codice genetico e interferiscono sulla lettura del pensiero. Le strutture cognitive artificiali sono inaccessibili alla telepatia.  – conferma la Bestia.

- Queste nuove versioni  sono un chiaro segno di ciò che pensano di noi e del trattamento che desiderano riservarci quelli che siedono nella stanza dei bottoni!

- Le Sentinelle sono fabbricate anche da mutanti, Emma. Sono armi che permettono loro di raggiungere un unico scopo: modellare il mondo secondo i propri interessi e desideri.

- E non è quello che tentiamo di fare tutti, Jean?

- Non commettendo genocidio, se il nostro desiderio è gettare un ponte tra il pensiero mutante e quello umano.

- Capisco, tu sei l’esperta nel tenere a freno le emozioni forti.

- Sei scorretta Emma... Lo sai che non era un riferimento a Pierce. – interviene Ciclope, rivolgendosi poi a Jean, - Ma su un punto ha ragione, tesoro, non possiamo permettere il proliferare di macchine che distruggano indifferentemente vite mutanti o umane.

- E per questo che è anche nostro interesse fermarle prima che il danno sia irreparabile, Ciclope. – annuisce Xavier - Soprattutto ora che l’opinione pubblica vede l’emergere dei mutanti in un nuova prospettiva, fuori dal buio di una cieca ignoranza. Spegniamo sul nascere nuovi fuochi dell’odio e della paura.

- Siamo stanchi di scappare e nasconderci. Fermiamo le Sentinelle e consegniamo i responsabili alla giustizia, mutanti o uomini che siano. Facciamo vedere a “quelli nella stanza dei bottoni” che hanno bisogno di noi e non di questi mostri; non sono la soluzione per nessuna delle parti in gioco.

- Siamo tutti d’accordo con te, Jean e col professore, ma è stata dura tener testa al solo Mandarino, ventuno Sentinelle, ognuna con i poteri dei dieci anelli, può essere impossibile.

- E’ una probabilità che dobbiamo rendere nulla, Bobby.

- Sorprendimi, intrepido capo!

- Troviamo il Mandarino e avremo una chance di vincere.

- Ma è sparito.
- Come Scottie immagina, e Sinistro sembra confermarlo, è poco probabile che il Mandarino sia riuscito a duplicare i suoi anelli, in tal caso non avrebbe avuto bisogno né di persone con il gene-x da manipolare, né della nanotecnologia di Pierce per dar vita al suo esercito personale.

- Credi che abbia ancora il controllo sulle Sentinelle così come l’aveva di Ringmaster, Henry?

- Sì. Credo di sì, Bobby. Gli anelli sono unici e passano da una mano all’altra, ma la mente che li controlla è solo una, quella del Mandarino.

- Un vantaggio strategico del quale non si priverà in una guerra.

- Capisco Scott, l’ho affrontato ed è uno stronzo, considera gli altri degli esseri inferiori, indegni di condividere i suoi stessi anelli.

- Bene, Iceboy. Ammettiamo che lo troviamo prima che le Sentinelle ci uccidano tutti, siete pronti a strappargli di dosso gli anelli, o lasciate il lavoro sporco a Wolverine?

- Non preoccuparti, Emma, non dovesse bastare, dovrà prima vedersela con me per le atrocità inferte ai quei bambini, e allora preferirà trovarsi davanti il diavolo in persona.

La sensazione di un liquido caldo che le scivola lungo la narice destra, un gesto automatico, e il polpastrello si sporca di sangue, ma non lo nota; un fuoco le divora l’emisfero destro.

- Jean?! - Ciclope è preoccupato, non le piace vedere sua moglie star male e non poter fare niente.

- … sto bene…

 

Giunge da un punto cieco, un giovane dagli occhi tristi, il torace nudo e una “X” nera tatuata sul cuore. Si libera sopra gli X-Men e parla.

- Sta bene, Ciclope. Ho saltato tra le sue sinapsi, seguendo un percorso familiare. Condivido il 50% dei suoi geni, e tu non hai poteri telepatici.

- Adam Essex! – lo riconosce Xavier.

- Nelle vostre menti ha già preso forma il preconcetto di appartenenza ad un gruppo comune, X-Men. Un’induzione pre-ipnotica, affinché ascoltiate i miei pensieri e non mi percepiste come una minaccia.

- Sei cambiato.

- Siamo homo sapiens superior, professore. Per definizione siamo in continuo movimento. La nostra solo presenza ridefinisce il concetto stesso di esistenza. Reciprocamente determinati, nuovi uomini costruiscono nuovi mondi.

- E quale mondo nuovo saresti venuto a rivelarci?

- Lo stesso che vi chiede a gran voce di non fuggire la sua vista e dare ascolto alle vostre parole, Uomo Ghiaccio. Ripercorrete la vostra memoria biologica, X-Men… tornate indietro nel tempo, al mondo primordiale… Quando una scimmia nuda colpì a morte il suo simile e, alzando al cielo con forza il bastone grondante sangue, rivendicò la libertà di soddisfare bisogni e desideri… in quel momento era nato il primo uomo. Ma quella stessa forza e presa di coscienza fece di quello che oggi chiameremmo “omicidio”, l’atto costitutivo nel quale sono incastonate le fondamenta stesse della civiltà umana. Gli individui, mossi dal profondo bisogno di affermare se stessi, compresero come fosse impossibile lasciare l’aggressività libera di esprimersi e di espandersi come un virus, veicolato dall’impulso della vendetta. Con la sua forza disgregatrice, avrebbe avuto effetti devastanti e distruttivi. Per evitare questo pericolo, che avrebbe compromesso irreversibilmente la sopravvivenza dell'uomo, delle sue relazioni con la natura e con i propri simili, il potere del singolo venne sostituto dal potere della comunità. Volta ad istruire e a rinsaldare i legami tra gli uomini, la salvaguardia e la loro sopravvivenza, fu retta la comunità civile: l'insieme degli ordinamenti che distinguono la vita umana da quella dei suoi antenati animali. Il salto evolutivo ha creato nuovi sensi, nuove funzioni e strutture biologiche sulla cui base è percepito il mondo. Si sviluppano nuove relazioni con ambiente; l’ambiente viene rimodellato secondo le esigenze della comunità e così le menti degli uomini e i pensieri che le costituiscono. Immaginate di vedere il mondo attraverso gli occhi della mosca, avrete realtà sensoriali completamente. Avrete modalità di pensiero diverse. Se prima era solo l’uomo con il bastone a uccidere, ora, uno dei miei pensieri, o dei suoi, professore, è altrettanto letale. Il cambiamento è alle porte e ha con sé una nuova realtà. Siamo l’emergente, nuova generazione di uomini, X-Men: i figli dell’atomo! L’evoluzione dell’umanità deve essere tanto biologica, quanto culturale. Sono necessarie nuove leggi civili, nuove norme di vita sociale, per una nuova comunità. La comunità dell’homo sapiens superior!

- La stessa legge per il leone e il bue è oppressione![i] – si lascia sfuggire in tono greve una bocca felina - Ma ci chiedi se crediamo che l'uomo sia un essere costitutivamente malvagio? Abbiamo imprese, ferite e morti che dimostrano come la pensiamo.

- Sono anch’io convinto della necessità di regole che abbiano lo scopo di evitare conflitti e contrasti gli uni con gli altri, Adam. Ma non voglio credere che un atto di violenza debba essere l’estrema ratio per dargli inizio. – afferma severo, il Professor X.

- Unisciti a me, McCoy! Unitevi a noi, X-Men! Senza il nostro aiuto, Wolverine, Colosso, Stella Nera e tutti quei bambini mutanti, prima, e i nostri simili dopo, non sopravviveranno alla macchine costruite per annientarci. Verrete spazzati via dalla violenza vendicativa di uomini e mutanti che ancora vivono nel vecchio mondo e in esso credono, senza avere la lucidità o il coraggio di accorgersi che è necessario cambiarlo. Insieme ad altri mutanti illuminati possiamo creare un mondo nuovo!

- Noi?

- Una Confraternita come mai l’avete vista prima, Ciclope.

- I mutanti che hanno respinto l’invasione aliena a Genosha, incrociati da Gambit e Cable mentre erano alla ricerca della cura per il Legacy.[ii]

- I veri responsabili di quella cura, professore! Abbiamo davvero il potere di cambiare il mondo! Abbiamo reso Genosha un Eden in Terra; una realtà, un sogno che lei considerava un’utopia.

- Ti ascolto e rivedo me stesso, Adam. Mi chiamo Charles Xavier, come te posso far fare agli altri quello che voglio. Ho scoperto, poco più che preadolescente, come leggere le risposte agli esami ancora prima che mi fossero date le domande. Solo una volta ho ceduto alla tentazione di cambiare i pensieri di una persona…[iii] Scoprendo quanto fosse disperato il mio bisogno di lei… I miei poteri hanno fatto di me un solitario per molto, molto tempo, e vederla andare via… Con orrore di me stesso, mi resi anche conto di quanto potessi essere arrogante e diverso… C’è sempre stato in me un cambiamento, che mi poneva una passo avanti rispetto agli altri. Ma ho scelto di credere che ciò che rende uguali gli uomini è la loro diversa unicità. Ho continuato a studiare per comprendere quell’unicità così speciale e ho imparato che il cambiamento è alla base dell’evoluzione delle specie, ha portato l’umanità a uscire dalle profondità degli oceani e a raggiungere le stelle. Ho fatto un sogno. Ho capito chi ero e dove stavo andando e la riposta alle mie domande è stata tanto semplice quanto terrificante. Ho capito che l’umanità aveva superato se stessa. Così ho cercato altri come me e col tempo li ho trovati. Alcuni hanno seguito il mio pensiero. Altri l’hanno rifiutato. Altri ancora lo hanno rinnegato. Io non sono un homo sapiens. Neppure tu. Ma definirci superior non è un po’ presuntuoso? L’homo sapiens è pur sempre nostro padre, dobbiamo ricordarlo. Adam, alcuni tuoi fratelli pensano che il figlio per diventare adulto debba uccidere il padre, altri, come me, che il figlio diventi adulto preparandosi al tempo in cui dovrà accudire il padre. L’uomo cui ti riferisci, Magneto, ha forgiato una realtà che ha cancellato l’homo sapiens.

- Ti basta come risposta?

 

Luminosa, una X prende forma al centro della stanza immaginaria e la domanda retorica di Ciclope cade nel vuoto. Accompagnato dalle parole dell’X-Man, un cerchio di luce la circoscrive al suo interno.

- Il simbolo di unità e identità mutante, allo stesso tempo icona degli X-Men. Una forza internazionale di soccorso di volontari che affronta emergenze legate ai mutanti, e insegna loro a destreggiarsi in un mondo che ancora li teme e li odia. In prima linea sul campo dell’imminente guerra genetica. Da voi ispirato, anch’io ho fatto una scelta. So per cosa sono stato creato. L’incontro con lei, professor Xavier, mi ha reso abbastanza folle da credere di poter sfuggire al mio destino. Adesso sono uno sciamano. Vivo ai margini della mia tribù, e cerco di proteggerla sia da minacce esterne, sia interne. – il cerchio luminoso si frantuma in un’esplosione di una miriade di luci, che si ricompongono in centinaia di piccoli triangoli luminescenti, posizionandosi sul perimetro di immaginari circonferenze concentriche, intorno alla X. Le fila di triangoli iniziano a risplendere di milioni di colori e a ruotare con costante moto ipnotico - Mi auguro possiate riuscirvi anche voi.

In armonia con le luci, un lampo di fuoco s’accende dall’occhio sinistro di Adam Essex. Un’intensa fiamma assume la forma di un maestoso rapace; l’uccello di fuoco dispiega le ali, gli artigli e il becco ardenti, brucia gli X-Men e spezza il legame psichico che univa i loro corpi fisici a chilometri di distanza gli uni dagli altri.

 

 

Manaus, nei pressi della foresta pluviale amazzonica. L’antro scientifico segreto di Nathaniel Essex, Sinistro.

 

Nell’ultimo loro incontro un desiderio di morte di un adolescente senza identità, grido di ribellione alla scoperta di una vita di menzogne, aveva aperto in due lo scienziato dell’Apocalisse, facendolo esplodere e disgregare in un’entropica accelerazione all’inorganico.[iv] Con quell’atto rivoluzionario, Adam Essex, lasciava deliberatamente il comando della sua mente e del suo corpo all’odio e alla vendetta, tentando così di trovare una risposta e un motivo a tanta sofferenza. Allo tesso tempo, credeva di conquistare un ruolo nel mondo e dare un senso alla sua vita, prendendo il posto del padre e rispondendo con la violenza alla violenza che l’aveva creato da una brodaglia genetica di laboratorio. Ma la morte per chi è immortale non ha significato, soprattutto se l’immortalità ha un prezzo da pagare: la perdita del significato della vita.

Ironico, quando quell’immortale, ma morto dentro, è tale per un unico scopo: comprendere i meccanismi della vita e della sopravvivenza della specie mutante.

Ora padre e figlio sono di nuovo uno di fronte all’altro, e Ciclope e la Bestia si ritrovano nel mezzo.

Lingue di fuoco avvolgono in una spira telecinetica Sinistro. La manifestazione della Fenice scatena atavici allarmi biologici e scariche di adrenalina attraversano come fulmini i corpi degli X-Men. Il sistema limbico è un reattore atomico a pieno regime, le emozioni primarie scavalcano le vie corticali e memorie rimosse dalle cortecce associative profonde risalgono alla coscienza.

- Stringi e stritola X-Man, – il volto è quello di Scott Summers, Ciclope, gli occhi crepitanti energia, accesi come due incandescenti tizzoni rossi, ma la voce è profonda e alterata, come la sua bocca, deformata in un ghigno deformata in un ghigno che il dottor McCoy riconosce con un brivido, il taglio disumano che da secoli è la maschera di En Sabah Nur, - e dimostrami che ho ragione a non provare sensi di colpa quando ti ucciderò. Nathaniel Essex è morto, - afferma, calmo - alla pari di Adam, il mutante creato per essere l’arma vivente definitiva.[v]

- Allora perché quel nome, perché Adam?! – chiede disperato, Adam Essex.

- Ricordi sfuocati, rigurgiti di un’identità passata.[vi] Non ti riconosci in lui anche per questo? Non è più un uomo, non ha sentimento. E’ una forza della natura. E’ la Scienza senza giudizio morale. Il suo nome è e sarà per sempre Sinistro, lo Scienziato. Come tu sei X-Man, lo Sciamano. Così ha voluto Apocalisse.

- Uno scorpione… - racconta Hank McCoy, la Bestia, massaggiandosi il massiccio volto felino con una zampa, nel tentativo di riprendersi completamente dallo choc della fenice - …uno scorpione chiese un passaggio sulla schiena di una rana, per raggiungere la sponda opposta di un fiume. ‘Non voglio correre il rischio. Mi potresti pungere.’ Rispose la rana. ‘Ti prometto che non lo farò.’ La rassicurò lo scorpione. A metà del guado…ZAC!’ Lo scorpione punse la rana. ‘Perché l’hai fatto? Moriremo affogati tutti e due.’ Chiese la rana. ‘Sono uno scorpione. E’ la mia natura.’ Furono le ultime parole dello scorpione.

La presa telecinetica rilascia le sue spire, Sinistro cade a terra.

- Come… coff… come mi disse Apocalisse una volta, sfidarmi è stata una dimostrazione di forza, X-Man. Verrà un giorno in cui dovremo scegliere se servire o meno Apocalisse. Per il futuro della tua specie, possiamo apprendere molto l’uno dall’altro, possiamo insieme proseguire nelle ricerche; io, te e… tuo fratello.[vii]

- Boom. – al comando di X-Man, due tunnel si aprono fragorosi, uno alle spalle di Sinistro, l’altro dietro a Ciclope e la Bestia, distorcendo lo spazio intorno a loro – Vieni con me. – ordina lo Sciamano. Sospeso a mezz’aria attende l’avanzare del tunnel verso di sé, mentre Sinistro viene trasportato ad una destinazione ignota. – Quanto a voi, X-Men, qui non avete più nulla da cercare. Lasciate che vi porti dove più c’è bisogno di voi. Oggi combattiamo fianco a fianco, ma domani le strade che abbiamo intrapreso ci vedranno avversari.

- Fratello?! Quale fratello?… Aspetta!… – esclama Ciclope.

E il silenzio si perde nelle tenebre, quando richiudendosi su se stessi, i boomdotti scompaiono.

 

 

Nei pressi del complesso eugenetico del Mandarino. Russia meridionale, ai confini con la Cina.

 

Sono bambole assassine, di rosso odio vestiste. Inesorabili e silenziose si scagliano sui mutanti, bersagli della loro missione di morte programmata. Come bambini che giocano alla guerra, ma sangue, dolore, terrore, disperazione e morte sono veri. Arma Omega sta bruciando nel suo battesimo del fuoco e non c’è modo di arrestarne l’avanzata.

Si divide la compagnia “Black Bear” di soldati russi, retroguardia degli X-Men Wolverine e Colosso, giunti in avanscoperta a chiudere definitivamente i laboratori segreti del Mandarino e Donald Pierce. Attaccata a sorpresa dal risveglio delle nuove Sentinelle cyborg, al comando del colonnello Vazhin, risponde fulminea con una difesa dinamica, volta a contenere le perdite, mantenere le posizioni e contrattaccare, quando possibile, per allentare l’assedio del nemico e guadagnare terreno, respingendolo.

Forti di veloci cingolati leggeri BV e di motoslitte, in assenza di copertura aerea, inadatta al terreno, armati di tutto punto, uno dei tre plotoni costituenti la compagnia attacca direttamente le Sentinelle. Lo scopo: fare da esca. Sfruttando al meglio l’ambiente familiare della battaglia, i soldati sì spingono nel fitto della boscaglia, per allontanarle dalla base presidiata e consentire così ai commilitoni di intervenire e proteggere i bambini mutanti, oggetto del fuoco nemico.

Muoiono bruciati dai laser i primi bambini e i soldati a loro vicini. Un altro plotone, approfittando dell’eroico coraggio degli Spetznas, con l’aiuto di Wolverine, Colosso e Stella Nera protegge i bambini, facendoli ripiegare verso l’interno della base.

- Niet! Nessun altro, nessun altro. – tuona furente il mutante russo degli X-Men. – Lanciami! – urla, correndo minaccioso, seminando distruzione contro un gruppo di Sentinelle, come una palla da bowling verso i birilli.

D’istinto la supereroina mutante russa ha alzato uno scudo di energia oscura, ma non si fa ripetere due volte il desiderio di vendetta dell’amico. Accompagna con un pungo di karatè la genesi di un denso fascio di luce nera che, come un fiume in piena, investe Colosso alla spalle, lanciandolo a valanga contro le Sentinelle con un fragoroso schianto di metallo e carne.

Per non rimanere allo scoperto e per rendere la ricognizione dei bersagli più difficile, Vazhin ordina a Stella Nera di concentrare tutto il suo potere sulla Materia Oscura per scavare delle trincee nel terreno e nascondervi più bambini possibile.

Il resto dei soldati, si sposta sulla parte opposta l’attacco degli Spetznas e con una mossa a tenaglia inizia un fuoco incrociato sulle Sentinelle.   

Disorientati dall’aggiramento, l’effetto sorpresa si è rovesciato e le Sentinelle sono state momentaneamente rallentate. Quattro cyborg sono stati colpiti dall’artiglieria, ma anche mutilati o seriamente danneggiati, implacabili macchine senza vita, continuano ad avanzare, distruggendo i mezzi e mietendo vittime tra i bambini e i soldati, sprigionando fuoco e ghiaccio dalle dita, o soffiando concentrati vortici d’aria dalla bocca, o emettendo laser dall’occhio destro, o raggi oscuro da quello sinistro. Gli altri hanno preso quota e individuato un mutante tramite un bioscan ottico si sono gettati in picchiata sulla preda.

Wolverine salta su una motoslitta semicingolata, quando vede il centauro alla guida cadere a terra, tagliato in due da un laser di una Sentinella. Un accenno di intesa con il secondo soldato del veicolo, braccio armato dell’unità mobile, e due ragazzi in preda al terrore vengono caricati a bordo.

Dà gas e i 2 cilindri del gatto delle nevi ruggiscono, spingendo il mezzo militare sulla neve in una spericolata corsa a zig zag tra i sempreverdi, le cunette e i dossi della boscaglia. Stretti alla vita dell’X-Man, protetti da stracci e teli mimetici, le lacrime strappate via dal vento, due bambini cinesi tengono chiusi gli occhi, nel tentativo di scacciare l’incubo che li perseguita. Coraggiosi, non mollano la presa, aiutati da uno Spetznas, i più letali soldati dell’esercito russo, che, seduto in precario equilibrio sul limite inferiore della moto, con la schiena li schiaccia contro il mutante alla guida, perché tutta la sua attenzione è rivolta a scaricare il caricatore del suo AK-47 contro i loro inseguitori.

Due Sentinelle, bambini assassini, sfrecciano inespressivi seguendo a bassa quota la scia. Sibilano, evitando gli alberi e i rami sulla loro strada spostandosi di lato con rapiti movimenti ortogonali.

Il soldato preme il grilletto della semiautomatica, ma gli strattoni della guida per la sopravvivenza di Logan si aggiungono alla difficoltà di puntare un bersaglio in veloce movimento. I proiettili si perdono lontano, colpiscono i tronchi o la roccia, e sono pochi quelli che perforano la carne e lacerano i costumi dei cyborg, senza però frenarne l’avanzata.

L’Arma Omega risponde al fuoco con raggi laser emessi senza suono dall’occhio destro; taglienti spade di luce rossa intermittente, abbattono alcuni alberi e ne inceneriscono altri, squagliano la neve e frantumano il terreno a pochi passi dalla motoslitta, che sfugge loro come una lince attaccata da aquile a caccia.

Nonostante non possano usare contemporaneamente più poteri degli anelli, le Sentinelle hanno a disposizione un arsenale letale, sono più potenti e veloci. Logan sa che non può scappare all’infinito, prima o poi centreranno il bersaglio, è questione di tempo prima che un vortice li mandi gambe all’aria o si schiantino contro un muro di massa oscura. E’ per questo che ha un piano sin dall’inizio. Sterza, frena, riparte, seguendo un percorso vivo nella sua mente; girando sulle immaginarie spire di un serpente, l’X-Man torna sui suoi passi, portando la motoslitta in direzione del compagno Colosso. Conta su qualche giro a vuoto, per dare il tempo a Peter Rasputin di mettere K.O. i cyborg sui quali è piombato addosso. Nel suo piano, non c’è l’eventualità che Colosso abbia fallito. Il tempo è finito.

- Tenetevi stretti! – sbraita in cinese.

Che l’abbiano sentito o meno, tutti e tre i passeggeri capiscono l’antifona, affondando le unghie nei loro appigli, quando Logan punta un dosso, e accelera per colmare lo spazio in linea retta che li separa da una scarpata.

 

 

Un luogo impenetrabile. Isola di Genosha.

 

Illuminato all’interno di un cilindro di luce, al centro di uno spazio buio dai confini imprecisati, circoscritto in un occhio di bue, il Mandarino è in piedi inerme con le braccia bloccate in ceppi d’acciaio dietro la schiena. Con ritmo sinusoidale, dall’alto verso il basso e viceversa, percorrendo il corpo del cinese per tutta la sua altezza, tre cerchi concentrici fluttuano sulla superficie del cilindro.

Un passo in avanti, e da un punto nel buio circostante, alla luce irradiata si mostra una figura coperta di un ampio mantello bianco, il viso di un giovane adulto adorno di astratti tatuaggi tribali.

- Sei stato riconosciuto colpevole di violazione di diritti mutanti, abuso di minori e della creazione di armi di distruzione di massa da questo consiglio, Mandarino.

- Quei piccoli mutanti, nella loro imperfezione genetica, sono stati rifiutati da uno Stato che non li ha riconosciuti figli legittimi della Cina. Nella mia benevolenza, nascendo a nuova vita come nobili guerrieri della tradizione cinese, hanno trovato la redenzione. Il loro sacrificio è il segno della fedeltà e dell’amore per il loro Signore.

- Mi stai prendendo per il culo, bello?

Nicola Zeitgeist esce dall’ombra seguendo le sue parole, i biondi capelli raccolti dietro la nuca, gli occhi azzurri belli come i lineamenti del suo giovane viso immortale. S’accende una sigaretta e soffia il suo disprezzo fumoso sul volto teso del prigioniero.

- Sono lo strumento della tua vendetta, Mandarino. E’ la mia gente che stai facendo fuori. I mutanti sono sotto la mia protezione. Non ci piace chi se la prende con loro o li sfrutta per i loro scopi. Odio quelli come te. Siamo qui per cambiar le cose nel modo in cui crediamo debbano essere cambiate. E abbiamo fiducia di poter affrontare chiunque voglia mettersi contro di noi, se ciò non gli sta bene.

- I tuoi alleati e coloro che hai corrotto seguiranno presto il tuo destino, Mandarino. – i lembi del bianco mantello di Exodus fremono quando vengono spostati a svelare l’interno scarlatto e ciò che custodivano. La Bestia Nera è immobile nella presa d’acciaio del mutante, accolito di Magneto, ogni atto di ribellione spezzato, ogni tentativo di fuga da un imminente nefasto destino stroncato.

Una mano si appoggia delicata sulla spalla della donna. L’elmo di Magneto getta ombre sinistre sui lineamenti contratti del Mandarino.

- Che cosa rimane di un uomo quando gli vengono tolte tutte le sue certezze? – chiede il Signore del Magnetismo.

 

 

Nei pressi del complesso eugenetico del Mandarino. Russia meridionale, ai confini con la Cina.

 

La motoslitta s’impenna, bruciando olio e scaricando caldo fumo nero, e Wolverine e gli altri tre passeggeri volano superando la testa di acciaio di Colosso, che alza lo sguardo sorpreso, poco più in basso. Il primo cyborg la segue a ruota, spuntando da sopra la scarpata. Colosso, gli occhi fissi al cielo, agisce più velocemente del pensiero. Colpisce la Sentinella, spezzandole in pieno petto un massiccio tronco d’albero centenario. Lo strumento del Mandarino vola via, come una palla colpita nel più spettacolare home run della storia.

Il gatto delle nevi, in un schianto di cingoli e ferraglia, perde per strada qualche pezzo e con una impossibile derapata mantiene l’assetto continuando la corsa dall’altro lato della scarpata, la seconda Sentinella ancora alle calcagna, abile a schivare una seconda mazzata di Colosso.

Un colpo d’occhio a sincerarsi dell’incolumità dei bambini e Wolverine si rivolge al soldato in un perfetto russo.

- Guida tu, svelto!

Il soldato spinge i ragazzi sulla parte anteriore del sedile allungando le braccia e afferrando i comandi della moto, impedendo loro di cadere. Wolverine in piedi sul manubrio, sguaina gli artigli di adamantino e salta. Conficca tre lame in un grosso ramo orizzontale sopra la testa e, lanciati i piedi verso l’alto, compie un giro di 360°, ruotandogli intorno nel momento esatto in cui la Sentinella è costretta ad abbassarsi per non schiantarsi contro l’albero. Il ramo cade a terra, tagliato, e Logan piomba addosso al cyborb. Quest’ultimo, intuita la mossa del mutante canadese, in una frazione di secondo, si volta e si alza a mezz’aria. Faccia a faccia con Logan, esplode un raggio di energia. I sei artigli affondano nel petto della Sentinella, che perde quota, colpisce il terreno e si trascina nella neve, senza fermarsi. Il raggio d’energia brucia il volto di Wolverine, nell’agonia della carne e dei nervi distrutti, ma l’X-Man non molla e viene trascinato per diversi metri. Avvinghiati come due passionali amanti, si dimenano piroettando su loro stessi, ferendosi a morte, finché il peso di Wolverine subisce la forza di gravità, quando il cyborg tenta invano di alzarsi verticalmente. Le lame scivolano lungo il corpo del ragazzo-sentinella, provocando profondi solchi paralleli; Logan perde la presa e ruzzola a terra, poco lontano.

Il cyborg grondante sangue, liquidi elettrolitici e brandelli di carne si alza su una gamba sana e avanza barcollante e lento, come uno zombie. Con movimenti innaturali e grotteschi, scattoso e impreciso, accende fiamme di fuoco dalle dita della mano destra, nel tentativo di bruciare il mutante.

Un’esplosione sorda sovrasta per un istante il rumore delle cortecce incenerite. Inaspettati, i 200 kg di muscoli della Bestia, cadono perpendicolarmente da un boomdotto apertosi a cinque, sei metri d’altezza, sulla testa della Sentinella, schiacciandola sotto cumuli di neve e terra. 

-Arrivano i nostri!’ Ora puoi veramente dirlo, Wolverine. - senza interrompere il plastico gesto atletico, Henry McCoy con una capriola balza ai piedi dell’amico, porgendogli una zampa per aiutarlo ad alzarsi.

- Potevo farlo da solo, se volevo… - biascica Wolverine, toccandosi parte del volto scarnificato a sincerarsi del fattore di guarigione già al lavoro.

- Terminator. Non l’hai visto? – domanda retorico Ciclope, anche lui fuoriuscito dal boomdotto. La Sentinella, nonostante le ossa spezzate in più punti, punta l’occhio rosso, l’unico rimastogli, in direzione dei mutanti e raschia con le unghie il terreno, cercando di afferrare lo stivale di Scott Summers.

Ciclope preme un invisibile pulsante a lato del visore e una raffica di rossi raggi ottici colpisce con forza le articolazione del cyborg, staccandogli le membra dal corpo. – Sarebbe capace di ucciderti anche se gli rimanesse solo un braccio.

Wolverine estrae dalla giacca consunta, una piccola ricetrasmittente.

- E’ Vazhin. Le Sentinelle cadono e si rialzano. Alcune sono sparite in quota. Crede che quelle rimaste bastino ad annientarci. Metà degli uomini sono morti, un terzo dei bambini è nascosto in trincee, il resto disperso o ucciso. Siamo isolati. Com’è che siete arrivati sin qua?

- Non siamo soli Logan, nuovi giocatori si sono uniti alla partita.

- E da che parte stanno, Henry?

- Dalla loro, amico mio, dalla loro.

- Ok, non stanno dalla parte giusta, ma sono qui per salvare quei bambini. Capisco.

- Puzza di Magneto, non è vero?

- Bene, Slim, muoviamoci e vediamo che succede.

 

 

Un luogo inespugnabile. Isola di Genosha.

 

- Sono la tua ora più oscura/ Sono il crollo del tuo potere/ Sono la voce che temi/ E urlo dentro la tua testa![viii]

Un urlo di straziante e disperato terrore, le gambe che cedono al dolore e il Mandarino cade in ginocchio in un pozza scura di sangue. Manowar stringe, nei pugni inguantati di pelle, le mani mutilate con i dieci anelli del Mandarino. La X rossa della maschera che gli ricopre il volto si confonde tra chiazze di sangue. Una metallica musica accompagna le sue ruvide parole.

- Controlla questa imperfezione genetica, adesso.

 

 

Nei pressi del complesso eugenetico del Mandarino. Russia meridionale, ai confini con la Cina.

 

Quattro Sentinelle abbandonano la battaglia nei boschi sotto di loro. Missili in forma d’uomo, puntano a nord, verso la capitale russa.

Una frusta mistica stringe il collo un cyborg. Mother, le grandi ali color d’ebano aperte in tuta la loro maestosità, rilucente sotto la luna nella sua armatura d’oro, flette i muscoli d’acciaio e tira a sé la creatura schiacciandole la trachea e spezzandole il collo.

Exodus sembra camminare sulle nuvole, fluttuante nell’aria, avvolto nel suo candido drappo. Imperscrutabile, sprigiona la vista calorifica. Patendo da una spalla per finire sul fianco opposto, disegna un X sul torace della Sentinella, tagliandola in quattro.

Mother, bloccata con una ferrea presa la prima Sentinella, la immerge fino alla cintola in un boomdotto richiamato alle sue spalle. – Boom. – E il disco di teletrasposrto implode, tagliando a metà il cyborg in uno stridore di circuiti e gialli liquidi appiccicosi che imbrattano le piume nere dell’amazzone.

- Guarda. – suggerisce Mother al confratello, osservando il comportamento dei due cyborg rimasti. - Taglia la testa al serpente e le sue spire perderanno tutta la forza e la vita.

Le Sentinelle non hanno il tempo di contrattaccare. Spezzato il collegamento col loro burattinaio, marionette inanimate senza fili, precipitano a terra silenziose.

 

Più giù, i soldati russi e gli X-Men fanno del loro meglio per resistere ad Arma Omega. Sotto la sua mole, la chioccia Colosso, protegge tre pulcini mutanti dall’aggressione di alcune Sentinelle. Impugna la bocca di cannone di un carro armato distrutto dal ghiaccio e dai laser e ruotandolo sopra la testa, come l’atleta olimpionico fa col martello, lo lancia contro i cyborg. Uno di essi evita il cingolato e punta dritto contro i mutanti.

- Giù, bello! – invita una voce femminile alle sue spalle.

L’X-Man si abbassa coprendo con le braccia d’acciaio i bambini, con la coda dell’occhio si volta quanto basta per cogliere chi è soccorso in loro aiuto. Dietro di lui si erge DioArte, lucente nelle seducenti nude forme femminili argentate. Gli avambracci incastonati in avveniristiche mitragliatrici della stessa sostanza che le ricopre il corpo, apre il fuoco automatico, con un tuono assordante, bucherellando la Sentinella, fino a ridurre a pezzi.

- Ho sempre sognato farlo. – confessa con un gran sorriso la ragazza mutante. – Giusto in tempo. – commenta, mostrando al sorpreso quanto affascinato Peter Rasputin, e ai tre bambini, come nessuna delle Sentinelle si rialzi e continui a combattere. – Game over, X-Man. Adesso sono solo giocattoli. – E come era arrivata, DioArte spicca il volo e come un proiettile, sparisce tra le stelle.

Colosso ancora non comprende chi sia quella donna, ma non sente più nessuno sparo. Vede i soldati muoversi con prudenza e circospezione intorno alle Sentinelle distese a terra, immobili, smosse con la punta dei fucili, perforate da qualche colpo per sincerarsi che siano davvero morte, che sia davvero e inspiegabilmente, tutto finito. Sembrano proprio macabre bambole. I fucili vengono pian piano abbassati, le prime urla entusiaste e i fischi di giubilo riecheggiano nei freddi boschi russi, i bambini sopravvissuti escono allo scoperto.

Lentamente chi è ancora vivo si riunisce agli altri. Ci si scambia reciproci complimenti e gesti di stima. I feriti vengono soccorsi e i rinforzi attesi con meno disperazione. Il colonnello Vazhin stringe la mano a Wolverine, e riesce perfino a guardarlo in faccia. Gli X-Men accettano di buon grado la potestà della vittoria, ma all’orizzonte vedono già il profilarsi di oscure nubi foriere di tempesta.

 

 

Epilogo

 

Cina. Alcuni giorni dopo il salvataggio dei bambini cinesi mutanti e la chiusura della base segreta del Mandarino.

 

Elegante e seducente nel completo nero di Armani, Citizen X salta acrobaticamente tra i cornicioni e i tetti, come un trapezista senza rete. Si tuffa nei muri, immergendosi nei mattoni, e riemerge dall’asfalto o dalle pareti di edifici vicini. La guardie del corpo e i poliziotti a difesa di uomini di spicco del governo cinese giocano al gatto col topo. Incapaci di prevederne le mosse, sparano a tutto ciò che si muove, colpiscono l’aria, il ferro, l’acciaio e l’intonaco dei lussuosi palazzi, cadendo uno a uno sotto i pugni letali del loro inafferrabile bersaglio. Tutt’uno con l’ambiente urbano che lo circonda, il dio delle città, sente il fastidioso lamento delle finestre rotte, dei muri bucherellati; ascolta il sussurro delle dimore che attraversa, la soffiata della presenza di uno degli uomini che ha venduto i suoi fratelli mutanti ai laboratori genetici del Mandarino, la richiesta di porre fine alla monumentale testimonianza della corruzione e dell’avidità perpetuata in quelle stanze.

- Ok, palazzi. Giù!

E ciò che resta sono corpi sotto cumuli di macerie.

 

Manowar s’infiltra nel cuore della Triade cinese. Alle minacce di morte dei mafiosi, risponde mostrando loro l’interno dell’impermeabile di pelle nero: strumenti chirurgici e di tortura, decine di armi bianche sono la promessa che nessuno di loro ne uscirà vivo.

 

Appoggia l’orecchio al terreno per ascoltarne i segreti. Figlia mutante della Madre Terra, Mother ascolta i passi sulla tratta dei bambini mutanti, ricostruendo i percorsi nascosti della soppressione genetica.

 

Versioni precedenti ad Arma Omega, centinaia di Sentinelle classe Nimrod, macchine intercettatrici e distruttrici mutanti, sono stipate in bunker sotterranei segreti. Moderne armi atomiche nella guerra all’evoluzione, direttamente partorite dal ventre meccanico dell’intelligenza artificiale industriale serie Master Mold, rappresentano la Santa Barbara più numerosa e segreta del mondo. Accelerando sulla forza invisibile della gravita, DioArte, il creatore e X-Man, lo sciamano, sono penetrati nel cuore dell’impianto, cadendo dal cielo e giù, sotto la crosta terrestre.

Sulle loro teste cade una leggera e perenne pioggerellina, conseguenza dell’altezza dei silos e del lavoro instancabile dei generatori ambientali. Alzano lo sguardo, lassù, nascosto tra nubi di vapor acqueo, il viso inespressivo e traslucido della AI.

- Sicura?

- Scherzi? Credi che in sei litri di nanomacchine liquide non ci sia uno zoom, X-Man?

Dal tunnel scavato in linea retta da cui sono giunti i due membri della Confraternita, accorrono soldati in cerca di guai.

- Fermi! Mani in alto! E allontanatevi da quella macchina!

- Ti assicuro che funziona alla perfezione anche il traduttore simultaneo.

- Siamo qui per le armi. Sparate pure se volete. Ma ci penserei due volte prima di farlo con uno che può trasformarvi in mostri mutanti in un battito di ciglia.

I soldati esitano, circondati da dormienti e spettrali Sentinelle. X-Man continua a prestare attenzione all’amica e le armi dei soldati si sciolgono in innocua acqua, provocando la fuga atterrita dei cinesi.

I mutanti si alzano da terra e veloci raggiungono la testa di Master Mold. DioArte si concentra, tamburella la fronte dell’AI con le punta delle dita ricoperte, come tutto il suo corpo nudo, di argentato metallo vivo, e si collega al mainframe della macchina.

- Fatto, mio cavaliere. Due raggi laser da duecentoventimila kilowatt, cinquemila salve di proiettili e quattro motori diesel. Non sono come quei modelli col reattore atomico, che hai visto in quel futuro alternativo, ma sono pur sempre macchine di morte. Beh, ora, non sono altro che rottami e ferri vecchi.

Le Sentinelle esplodono una ad una in una reazione a catena deflagrante, mentre le fiamme e il fumo nero nascondono la fuga dei mutanti attraverso un boomdotto.

 

La vista calorifica dell’invulnerabile figlio del Sole, Exodus. La furia omicida di Manowar, l’esercito di un uomo solo. L’inarrestabile forza della nera amazzone alata, Mother. Citizen X, l’uomo mutato per vivere nelle città. Le incommensurabili capacità nanotecnologiche  di DioArte, il Creatore. La silenziosa veglia ai confini dell’immaginario collettivo di X-Man, lo Sciamano. Nicola Zeitgest, la luce della rivoluzione mutante di Genosha.

 

E’ una reazione a catena.

Intere organizzazioni criminali vengono spazzate via. Cadono teste di poliziotti e funzionari amministrativi sulla busta paga della mala. Militari in carriera corrotti vengono sorpresi nelle loro case o nelle poltrone dei loro uffici. Le truppe dell’esercito impiegate a difesa dei bersagli degli attacchi sono abbattute, fermate o costrette alla resa.

La scelta degli attacchi segue una precisa strategia.

Le residenze e i centri di potere di potere politico, economico e militare coinvolti nella tratta di bambini mutanti con il Club Infernale. La Cina viene ripetutamente colpita al cuore. Nel terrore, senza misericordia, gli affronti subiti ne mettono a nudo i demoni. E quei demoni ora allo scoperto, visibilmente tra di loro, sono causa di imbarazzo, insulto e minaccia ancora più terribili per la civiltà che li ha creati.

 

Infine, un fulmine a ciel sereno rischiara la notte cinese. Il volto luminoso di Nicola Zeitgest ricopre le stelle, visibile su tutta Pechino.

- Il mio nome è Nicola Zeitgeist, parlo a nome di Magneto. Il mio dominio è l’elettricità. Magnetismo e elettricità, un’accoppiata vincente. Uomini del governo, dell’esercito, della polizia e della mafia cinese sono responsabili della morte di centinaia di bambini, per il solo fatto di essere mutanti. Ogni homo superior sulla Terra è sotto la mia protezione. Abbiamo provveduto ad eliminare personalmente dalla faccia della Terra quegli uomini. Fratelli, non siete soli. Se fosse necessario andremo in Europa, negli Stati Uniti, in Giappone. Siamo qui per darvi una seconda possibilità. Noi siamo la Confraternita dei Mutanti. Comportatevi bene.[ix]

 

FINE



[i] Verso di William Blake

[ii] Dove? La Guerra dei Mondi #2, Gambit #6 e Gli Incredibili X-Men #7 by MIT

[iii] Uncanny X-Men #309 – ricordate Amelia Voight, in una splendida storia di Lodbell/Romita jr ?

[iv] X-Men #3-4 by MIT all’interno della minisaga “Burn, baby burn! Disco Inferno…”

[v] Adam Essex è comparso per la prima volta nella saga “Burn, baby burn! Disco Inferno…” in X-Men #3-4, ed è un parto di laboratorio di Sinistro. Vi ricordo, inoltre, che Ciclope si è fuso con Apocalisse e dal suo ritorno con gli X-Men alla sua memoria affiorano strani ricordi e conoscenze… 

 

[vi] Se volete sapere quali leggete la bellissima mini di Milligan e Leon, “Le Nuove Avventure di Ciclope e Fenice”. Ambientata nei primi del secolo, lo scienziato Nathaniel Essex, perduto tragicamente il primogenito Adam, risveglia Apocalisse e diviene il suo cavaliere. Benché presente in quel periodo passato, Ciclope non ha assistito alle scena direttamente, eppure ne ha un vivido ricordo…

[vii] Sorpresa… Verrà svelata in storie future. Per ora vi dico che questo personaggio è già apparso in precedenti episodi.

[viii] I am your darkest hour/ I am your fall from power/ I am the voice you dread and I'm Screaming out inside your head – versi tratti dal brano “One on One” by Judas Priest, album “Demolition”

 

[ix] Ok, adesso anche il MIT Universe ha la sua Authority. Completamente mutante e di stanza a Genosha. Ne vedrete delle belle.